Pesche dolci
Le pesche dolci hanno le la loro origine nella tradizione della pasticceria sarda in anni recenti. La base delle pesche può essere preparata in anticipo alla consumazione, perché sono buonissime anche il giorno dopo, farcite qualche ora prima di servirle sono un dessert bello da vedere e da gustare.
Una soluzione regalo da portare a un invito a pranzo o per regalarsi un po’ di dolcezza tutti i giorni. Non vi scriverò la ricetta della crema pasticcera al limone, la troverete qua. E se le pesche dovranno mangiarle i vostri bimbi, scegliete l’alchermes analcolico., ce ne sono di buonissimi in giro.
1 Kg. di farina
* 1 limone grattugiato
* 6 uova
* 1/2 litro di latte
* vanillina
* 75 gr. lievito di birra
* 100 gr. zucchero (per la preparazione)
* 100 gr. di strutto
(per la decorazione finale)
Zucchero Q.B.
200 cc di alchermes
200 cc di acqua
100 g di zucchero diluito nell’acqua e alchermes
Preparazione:
Utilizzate una terrina e versateci dentro la farina, lo zucchero, il limone grattugiato, il rosso delle uova e quindi impastate con latte tiepido. La lavorazione deve avvenire con l’impasto poco umido, aggiungete quindi piano piano lo strutto tiepido.
Infine, dopo aver sciolto il lievito nel latte tiepido rimasto, aggiungete quest’ultimo all’impasto e continuate la lavorazione. Come risultato, dovrete ottenere un impasto liscio e non troppo morbido. A questo punto, lasciate riposare.
Attendete sino a quando l’impasto ha raggiunto il doppio del suo volume. Su un tavolo nel quale avete già spolverato un po’ di farina, iniziate a posare le palline, che sistemerete a poca distante l’una dall’altra. Portate a cottura a 200 g in forno ventilato per circa 15 minuti.
Sfornate e ancora calde spennellate la superfice di acqua e zucchero. Intanto preparate la “bagna” con l’alchermes, l’acqua e lo zucchero.
Spennellate le mezze pesche con la bagna, imbevendole ben bene. Mettete un po’ di crema su un lato e avvicinatele formando una pesca. Rotolatele nello zucchero e gustatele a colazione o per merenda.
Ricetta originariamente pubblicata su www.ritapinna.it